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Continua il trend di crescita delle angurie senza semi e lo dimostrano gli investimenti in superfici dedicate. San Lidano, una delle aziende leader per produzione e commercializzazione di angurie sul mercato italiano, quest’anno ha dedicato a questa coltura il 30% in più di superfici. Ne abbiamo parlato con Roberto di Pastina, socio produttore dell’azienda.

“Anche se il nostro prodotto di riferimento continuano ad essere le angurie tradizionali, a cui abbiamo dedicato 550 ettari – spiega Di Pastina a IFN – rimane alta l’attenzione sulle seedless, che coltiviamo su circa 200 ettari, in crescita del 30% rispetto all’anno passato. Queste ultime sono tra i prodotti più apprezzati dal consumatore moderno e la campagna commerciale partirà ai primi di giugno. Facciamo anche la mini anguria con seme (a cui dedichiamo 50/70ettari) ma solo nel periodo iniziale della stagione, da circa metà aprile”.

Focalizzandoci sulle tempistiche Di Pastina indica i primi di maggio come periodo di partenza della stagione da parte dei soci siciliani. Dopo di che, seguirà la produzione della zona di Sabaudia, fra fine maggio e inizio giugno, per poi arrivare nell’areale di Sezze, dove partirà la stagione in campo aperto.

Le previsioni per questa stagione sono buone e non si registrano ritardi produttivi, anzi la stagione sta partendo in anticipo. “Praticamente l’inverno non c’è stato, per questo la campagna è in anticipo rispetto all’anno passato – specifica Di Pastina – e se le temperature continuano così, ci sarà da prevedere un anticipo produttivo per tutti i prodotti stagionali”.
“Anche in termini di volumi siamo fiduciosi – continua – nella speranza che le temperature non si alzino troppo: in quel caso le rese tenderebbero a calare. E soprattutto speriamo di poter lavorare con una produzione costante”.

Per quanto riguarda il livello qualitativo dei frutti, ci sono i presupposti per immaginare buoni risultati. “Per quanto riguarda le angurie che raccoglieremo a metà aprile in Sicilia, il livello qualitativo sembra alto e anche a Sabaudia la produzione si presenta ottimale. Speriamo che anche il mercato possa accogliere positivamente i nostri prodotti, con una buona risposta dal punto di vista delle quotazioni”. 

Se la manodopera rappresenta un problema per la maggior parte delle aziende che producono angurie, San Lidano può contare su una squadra che lavora in azienda durante tutto l’anno. “In estate facciamo la campagna della angurie mentre d’inverno trattiamo le insalate, in questo modo riusciamo a garantire la manodopera su 12 mesi l’anno ed evitare ‘buchi’ durante i boom produttivi”, sottolinea Di Pastina.  

Rappresentano invece un problema maggiore i costi di produzione: “Dai semi alle piantine dal vivaio, fino alle spese per l’attrezzatura, come le manichette e la pacciamatura biodegradabile: si tratta di spese in continuo aumento che rendono sempre più difficile la gestione della campagna”, ci confida Di Pastina.

I costi si presentano in aumento anche per la lavorazione dei prodotti. “Nonostante l’azienda continui a proporre prodotti di quarta gamma, come l’anguria cubettata o a fette, si tratta di una fetta di mercato minima considerato il costo della lavorazione e di packaging. Il core business rimane l’anguria intera, come prodotto da mercato fresco – specifica Di Pastina – poi, ovviamente, in base ai trend commerciali, decideremo come orientare la nostra proposta e se investire nuovamente nei frutti più moderni come le angurie midi e mini, proprio come abbiamo fatto quest’anno. Il nostro obiettivo rimane quello di rispondere a tutte le esigenze del mercato con prodotti di alta qualità”.  

L’intervista completa su: https://www.italiafruit.net/angurie-per-le-seedless-superfici-aumentate-del-30percent

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